CicloMercato 2023, Davide Cassani: “Spero di concretizzare presto il mio team. Vuoto di Nibali difficile da colmare”

Davide Cassani continua nella sua ricerca di sponsor per lanciare la sua squadra il prossimo anno. Ancora non è chiaro con che modalità, se appoggiandosi ad una struttura già esistente o se partendo da zero, ma il progetto dell’ex CT della Nazionale è qualcosa che il ciclismo italiano aspetta con grande trepidazione e speranza. Intervistato da Repubblica, il 61enne romagnolo ribadisce la sua intenzione, pur consapevole delle grandi difficoltà che ci sono, anche in un momento storico così particolare, nel trovare chi voglia investire in una squadra di ciclismo, malgrado la grande storicità di questo sport nel nostro paese.

Sto lavorando alla ricerca di sponsor per il progetto di un mio team. È il mio sogno – ha spiegato il classe 1961 – I grandi sponsor preferiscono investire negli eventi del ciclismo e non nelle squadre, con qualche eccezione, come Segafredo. Eppure il ciclismo ha una grande forza d’impatto. Ho tante idee, in Italia abbiamo il know-how e tanti corridori da lanciare. Spero di poter concretizzare presto e poter ripartire già nel 2023″.

A pochi giorni dall’addio di Vincenzo Nibali nella sua Messina, inevitabile un commento da parte di colui che lo ha più volte diretto in nazionale, vivendo al suo fianco alcuni dei momenti più belli, ma anche difficili: “Il vuoto che verrà a ottobre con il suo ritiro sarà difficile da colmare. Perché Nibali è stato un grande personaggio senza mai cambiare, con quella cattiveria silenziosa e la pazienza che ha sempre avuto nel rialzarsi dopo le cadute che gli hanno tolto un Mondiale e un’Olimpiade. Uno dei più grandi dal Dopoguerra a oggi, senza dubbio”.

Non manca inoltre, oltre ad individuare in Richard Carapaz il grande favorito per il Giro d’Italia 2022, un ricordo di quanto successo la scorsa estate ai Giochi di Tokyo: “Mi hanno rispedito a casa dicendo che non c’erano accrediti per tutti fino a fine Olimpiade. Ci sono stato molto male. Ma ho rispettato la decisione, il presidente della Federciclismo fa le sue scelte e se ha ritenuto che non fossi adatto a fare il ct ha fatto bene a cambiarmi. Ha voluto dare una sua impronta alla Federazione. Ma ho tratto anche la forza per rimettermi in gioco, come tante volte nella mia vita, e ogni volta che è accaduto ho avuto più di quanto avessi lasciato nelle precedenti esperienze”.

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